
BISCOTTI ALLE VISCIOLE
Questo mese L’MTCHALLENGE prevede “battaglie” a colpi di biscotti! Avete capito bene! La Dani e Juri del blog Acqua e Menta vincitori della sfida n.55 hanno proposto I BISCOTTI!
Ma si fa presto a dire “biscotti”, in realtà sono ammessi alle gara più cool del web solo tre tipi di impasto :
- le paste frolle tradizionali
- le paste sableé
- le frolle montate
Sulla spiegazione delle diverse tipologie di impasti non posso che invitarvi a leggere l’articolo di Dany e Juri, che con la precisione che li distingue ci spiegano in maniera perfetta le modalità di prepazione e dosi dei vari tipi di impasto! Io mi sono “buttata” su un impasto di frolla tradizionale, dove si prevede una quantità pari di burro e zucchero e una quantità doppia di farina. Ed anche questo mese, gioco in casa, gioco con la tradizione e con gli ingredienti tipici della mia regione : farina di farro macinata a pietra, con un basso contenuto proteico, perfetta per la pasta frolla, delle visciole cotte al sole della magnifica ditta SI.GI e come aroma la nostra Anisetta Meletti. Per chi non conoscesse questi meravigliosi ingredienti, vi dico subito che le visciole sono delle “ciliegie selvatiche”. “Pochi sanno che il ciliegio deriva da due specie: il dolce ( Prunus Avium ) e l’acido ( Prunus Cerasus ), di quest’ultima specie fanno parte l’Amarena, la Marasca e la Visciola. Il ciliegio Visciolo è da secoli diffuso nel territorio del Montefeltro, forse portato dagli immigrati dell’est venuti nella nostra zona dopo la famosa peste del 1300 che decimò molta forza lavoro nel zone dei feudi delle Marche. La pianta spontanea si presenta sotto forma quasi arbustosa, le foglie sono piccole a goccia allungata e di colore verde scuro; il frutto si presenta rosso scuro in fase di maturazione anche sulla polpa interna con il nocciolo amaro e ricco di tannino.” Inoltre vi interesserà sapere che noi marchigiani con le visciole facciamo di tutto : dal vino alle confetture ! Questi deliziosi frutti vengono pertanto raccolti molto maturi dalla ditta SI.GI, lavati ed asciugati e chiusi in barattoli di vetro con dello zucchero in base alle dosi che prevedono la ricetta, in questa maniera vengono poi tenuti al sole per circa 40 giorni. Il risultato? Una prelibatezza che ho deciso di inserire direttamente nella mia frolla al farro. L’Anisetta Meletti poi ha dato infine quell’aroma unico e inconfondibile che solo questo distillato ha, prodotto oggi come 140 anni fa con alcool e semi di anice. Sarò ripetitiva? Non credo, avete capito ormai che tengo moltissime alle eccellenze del mio territorio, alla sua storia e alle origini di una terra meravigliosa come le mie Marche, pertanto anche questo mese gareggio con un BISCOTTO ALLE VISCIOLE che ha dentro tutto il buono della mia terra!
BISCOTTI ALLE VISCIOLE
INGREDIENTI :
- 250 g di farina di farro macinata a pietra ( io ho utilizzato la farina dell’Antico Molino Santa Chiara),
- 125 g di burro a temperatura ambiente ( circa 10 / 14 ° C ),
- 125 g di zucchero a velo,
- 1 uovo piccolo,
- 150 g di visciole cotte al sole ( ditta SI.GI )
- 1 cucchiaio dello sciroppo di conservazione delle stesse visciole,
- 2 g di sale fino,
- 1 cucchiaio di Anisetta Meletti,
- la scorza grattugiata di un’arancia biologica.
PROCEDIMENTO : Impastate a mano o nella planetaria con il gancio a foglia il burro con il sale , la scorza di arancia grattugiata, lo sciroppo di visciole e il cucchiaio di anisetta. Unite poi lo zucchero a velo e l’uovo, continuando ad impastare fino a completo assorbimento. Aggiungete le visciole private del nocciole e fatte a pezzetti e infine la farina. Impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo, formate un panetto e coprite con la pellicola trasparente. Lasciatelo riposare in frigo per circa 10 / 12 ore al fine di stabilizzare l’impasto prima del suo utilizzo . Trascorso il tempo necessario prendete l’impasto e stendetelo nello spessore di mezzo cm circa, ritagliate i biscotti della forma che desiderate .
Io ho “forato” leggermente la superficie praticando delle piccolissime pressioni con i rebbi di una forchetta , solo per renderli più “graziosi” nell’aspetto.
Ponete i biscotti sulla teglia coperta da carta forno e fate cuocere a forno giò caldo a 180 ° C per circa 20 minuti, o comunque fino a renderli dorati in superficie. Sfornate, fate raffreddare i biscotti su una gratella e servite….magari con una buona tazza di the!
Con questa ricetta partecipo alla SFIDA N.56 dell’ MTChallenge
FONTI : Sito web Agricola SI.GI e “La cucina delle Marche” di Petra Carsetti.






Teresa Felicino
13 Aprile 2016 at 17:29Ma che belli che sono ^_^ E poi io adoro le visciole…che qui da me sono introvabili sotto qualunque forma (aaarghhhh!).
Immagino che buoni debbano essere!!! Davvero bravissima!
Tamara
14 Aprile 2016 at 9:03Ciao Teresa!!! Grazie mille! 🙂
Mapi
14 Aprile 2016 at 13:55Che splendida idea, usare le visciole per equilibrare i biscotti!!!!
Visciole da un lato, la rusticità della farina di farro dall’altra… grande prestazione Tamara!!!
Tamara
14 Aprile 2016 at 13:57Ma grazie infiniteeeeeee <3
Dani
14 Aprile 2016 at 17:12Bravissima Tamara, amo il modo in cui riesci a valorizzare gli ingredienti del tuo territorio. Io le visciole non le trovo più, mi ricordo che erano buonissime, conservate dopo essere state cotte al sole poi devono essere speciali. Bella idea anche quella di usare una farina di farro macinata a pietra, mi piacciono i biscotti un po’ rustici, e sicuramente è perfetta per una colazione sana oltre che golosa.
Complimenti davvero… e a domani!!!! <3
Tamara
14 Aprile 2016 at 17:49Grazie mille tesò!!!! Che bello…finalmente ci si rivede!!! Non vedo l’ora! Bacioni!
lisa fregosi
18 Aprile 2016 at 16:00Ho un albero di visciole vicino a casa che ho scoperto da poco… me lo tengo buono e mi scrivo nella to do list delle ricette questi tuoi spettacolari biscotti.
Bravissima Tamara complimenti
Tamara
18 Aprile 2016 at 16:19Grazie mille cara! 🙂
alessandra
23 Aprile 2016 at 11:17e qui mi commuovo, Tamara.
Per l’amore per la tua terra, che traspare da ogni parola, da ogni dettaglio, per l’attenzione con cui hai pensato a questa ricetta, per la delicata ricerca di un’armonia di sapori che parla la lingua del rispetto delle materie prime, del loro territorio e della fatica degli uomini che le hanno rese così uniche. Una prova che arriva al cuore, bravissima!
Tamara
23 Aprile 2016 at 15:55Grazie infinite Ale! Come sempre i tuoi commenti mi lasciano senza parole! 🙂
Silvia Pasticci
23 Aprile 2016 at 13:23Spettacolo, li voglio tutti!